Siracusa: rappresentazioni classiche 2020 teatro greco

Pubblicato il Gennaio 14, 2020

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Per la stagione 2020 delle rappresentazioni classiche al teatro greco di Siracusa la Fondazione INDA ha scelto di riportare:

Le Baccanti di Euripide
Ifigenia in Tauride di Euripide
Le Nuvole di Aristofane
 

In tutte le opere, scene e personaggi si presentano in maniera opposta alla loro vera natura, questo a partire dall’ultima tragedia di Euripide. Nelle Baccanti perciò troviamo un groviglio di eventi difficile da sbrogliare, dove ogni verità adombra il suo contrario. In Ifigenia in Tauride ogni realtà cui si credeva si rivela falsa. Nelle Nuvole, la fede in certe soluzioni di “nuova cultura”, è solo illusione.

Le Baccanti di Euripide: cenni sulla trama.

La tragedia è stata scritta mentre l’autore era alla corte di Archelao, re di Macedonia, intorno al 400 a.C. Euripide morì pochi mesi dopo averla completata. L’opera fu rappresentata ad Atene alcuni anni dopo, sotto la direzione dell’omonimo figlio, o forse del nipote, non si ha certezza. Dioniso, dio del vino, del teatro e del piacere fisico e mentale, era nato dall’unione tra Zeus e Semele, donna mortale.

Tuttavia le sorelle della donna e il nipote Penteo (re di Tebe) per invidia sparsero la voce che Dioniso in realtà non era nato da Zeus, ma da una relazione tra Semele e un uomo comune, e che la storia del rapporto con Zeus era solo una storia inventata per mascherare la “scappatella”. Dioniso, era per questo considerato un comune mortale. Dioniso vuole convincere tutta Tebe di essere un dio e non un uomo. Per farlo induce un germe di follia in tutte le donne tebane, che sono dunque fuggite sul monte Citerone a celebrare riti in suo onore, diventando quindi baccanti, cioè donne che celebrano i riti di Bacco, altro nome di Dioniso.

Penteo che considera Dioniso una sorta di demone

Questo fatto però non convince Penteo che considera Dioniso una sorta di demone e lo fa arrestare. Dioniso si lascia catturare volutamente per imprigionarlo, ma il dio scatena un terremoto che gli permette di liberarsi immediatamente.

Nel frattempo dal monte Citerone giungono notizie preoccupanti, le donne riescono a far sgorgare vino, latte e miele dalla roccia, e in un momento di furore dionisiaco si sono avventate su una mandria di mucche, squartandole vive con forza che non poteva essere la loro. Fuori di senno hanno poi invaso alcuni villaggi, devastando tutto, rapendo bambini e mettendo in fuga la popolazione.

Dioniso, parlando con Penteo, riesce allora a convincerlo a mascherarsi da donna per poter spiare di nascosto le Baccanti. Una volta che i due sono giunti sul Citerone, però, il dio aizza le Baccanti contro Penteo. Esse abbattono l’albero sul quale il re si era nascosto, si avventano su di lui e lo fanno letteralmente a pezzi. Non solo, ma la prima ad infierire su Penteo, spezzandogli un braccio, è proprio sua madre Agave.

Ifigenia in Tauride di Euripide: cenni sulla trama.

Ifigenia riuscì a non essere uccisa dal padre Agamennone che voleva sacrificarla alla dea Artemide che intervenne sostituendola con un cervo, e portando la principessa in Tauride. Divenuta sacerdotessa al tempio di Artemide, si trovò a dover forzatamente svolgere il crudo compito di eseguire il sacrificio rituale di ogni straniero che sbarcasse sulla penisola taurica. Nel frattempo il fratello Oreste, aiutato da Pilade e dalla sorella Elettra, ha ucciso Clitennestra, sua madre, per vendicare l’uccisione del padre Agamennone.

Tormentato dalle Erinni, Oreste è spesso preda di attacchi di follia. Incaricato da Apollo di rubare una statua sacra di Artemide da portare ad Atene per essere liberato dal tormento, si reca con Pilade in Tauride, non sapendo della presenza della sorella, ma viene catturato insieme all’amico, e portato al tempio per essere ucciso, come di consueto. Ifigenia e Oreste si riconoscono, e architettano la fuga, portando con sé la statua di Artemide.

Le nuvole di Aristofane: cenni sulla trama.

Il contadino Strepsìade è perseguitato dai creditori a causa dei soldi che suo figlio Fidippide ha dilapidato alle corse dei cavalli; pensa allora di mandare il figlio alla scuola di Socrate, filosofo che, aggrappandosi ad ogni sofisma, insegna come prevalere negli scontri dialettici, anche se in posizione di evidente torto. In un primo momento Fidippide non vuole andare al Pensatoio del filosofo e così il padre, disperato e perseguitato dagli strozzini, decide di recarvisi lui stesso, seppur vecchio. Appena giunto, incontra un discepolo che gli dà un assaggio delle cose su cui si ragiona in quel luogo: una nuova unità di misura per calcolare la lunghezza del salto di una pulce, oppure la scoperta del modo in cui le zanzare emettono il loro suono. In seguito, finalmente Strepsiade vede Socrate sedere su una cesta sospesa a mezz’aria, in modo da studiare più da vicino i fenomeni celesti.

Il filosofo, dopo un breve dialogo, decide di impegnarsi ad istruirlo: gli mette indosso un mantello e una corona ed invoca l’arrivo delle Nuvole, le divinità da lui adorate, che si presentano puntuali sulla scena. Strepsiade però non riesce a capire nulla dei discorsi pseudo-filosofici che gli vengono fatti (parodia della filosofia socratica e sofistica) e viene quindi cacciato. Fidippide, incuriosito dai racconti del padre, decide infine di andare a visitare il pensatoio e quando arriva assiste al dibattito tra il Discorso Migliore e il Discorso Peggiore.

Nonostante i buoni propositi…

Nonostante i buoni propositi e i sani valori proposti dal Discorso Migliore (personificazione delle virtù della tradizione), alla fine prevale il Discorso Peggiore (personificazione delle nuove filosofie) attraverso ragionamenti cavillosi. Fidippide impara la lezione ed insieme al padre Strepsiade riesce a mandare via due creditori; il padre è contento, ma la situazione gli sfugge subito di mano: Fidippide comincia infatti a picchiarlo, e di fronte alle sue proteste il figlio gli dimostra di avere tutto il diritto di farlo. Esasperato e furioso, Strepsiade dà allora alle fiamme il Pensatoio di Socrate, tra le grida spaventate dei discepoli.
 
Le Nuvole di Aristofane andranno in scena al Teatro Greco di Siracusa per la quarta volta dal 1927, il primo anno in cui la Fondazione Inda decise di aprire alle commedie il proprio programma di rappresentazioni classiche, con la direzione artistica del grande Ettore Romagnoli, nel 1988 con la regia di Giancarlo Sammartano e nel 2011 quando a dirigere la commedia fu Alessandro Maggi. Per la prossima stagione, la “prima” è fissata per l’8 di Maggio 2020, andranno in scena le “Baccanti” di Euripide. Il giorno successivo vedrà l’esordio di “Ifigenia di Tauride” ed infine, “Le Nuvole” di Aristofane, esordiranno il 7 Giugno.
 
La fonte ufficiale dei cenni sulle trame è it.wikipedia.org.
 
Scarica il calendario rappresentazioni classiche 2020 al teatro greco di Siracusa.
 
E’ possibile scaricare il calendario dal sito ufficiale INDA, al quale consigliamo di fare riferimento per informazioni più dettagliate.